Decreto liquidità imprese, ecco cosa prevede
Dopo il Decreto “Cura Italia” è stato varato dal Governo un nuovo provvedimento che contiene misure per l’accesso al credito e nuove proroghe fiscali
Dopo il Decreto “Cura Italia” (D.L. 18/2020), è stato varato dal Governo Conte un nuovo decreto di urgenza con ulteriori misure di aiuto alle imprese e ai professionisti che si trovano in situazioni di difficoltà economica e finanziaria a causa dell’emergenza Coronavirus.
Il nuovo provvedimento, che è stato ribattezzato “Decreto liquidità” ("Misure urgenti in materia di accesso al credito e rinvio di adempimenti per le imprese, nonché di poteri speciali nei settori di rilevanza strategica e di disciplina dei termini in tema di consultazioni elettorali e di giustizia"), contiene norme per facilitare l’accesso al credito alle aziende attraverso finanziamenti garantiti, misure sulla crisi d’impresa e un’ulteriore proroga delle sospensioni dei versamenti Iva, ritenute e contributi.
Ma ecco riassunte le misure intraprese.
Misure relative all'accesso al credito e per l’internazionalizzazione
Il “Decreto liquidità” stanzia un totale di 400 miliardi di euro di liquidità immediata per imprese di qualunque tipo di dimensione, destinando 200 miliardi per il mercato interno e i restanti 200 miliardi per l’internazionalizzazione e favorire l’export delle aziende italiane.
In riferimento al sostegno del mercato italiano, lo stanziamento dei 200 miliardi di euro servirà come garanzia statale alle imprese che ottengano finanziamenti da parte delle banche sotto qualsiasi forma. Infatti, SACE Simes (detenuta da Cassa Depositi e Prestiti) potrà concedere garanzie fino al 31 dicembre 2020 alle aziende con sede in Italia che otterranno i prestiti. Almeno 30 miliardi delle risorse saranno destinate alle PMI, ai lavoratori autonomi e ai liberi professionisti con partita Iva.
La copertura della garanzia è compresa tra il 70% e il 90% dell’importo finanziato a seconda della dimensione dell’azienda. Nello specifico, è prevista la garanzia:
· del 90% del finanziamento per le imprese con meno di 5.000 dipendenti e un fatturato inferiore a 1,5 miliardi di euro; per tali imprese è prevista una procedura semplificata per l’accesso alla garanzia;
· dell’80% del finanziamento per le imprese con oltre 5.000 dipendenti e un fatturato compreso tra 1,5 e 5 miliardi e di euro;
· del 70% del finanziamento per le imprese con un fatturato superiore ai 5 miliardi di euro.
In ogni caso, comunque, il tetto massimo della garanzia statale concessa non può superare il 25% del fatturato registrato nel 2019 o il doppio del costo del personale sostenuto dall'azienda.
Il prestito dovrà essere rimborsato in 6 anni con la possibilità di avvalersi di un pre-ammortamento di durata massima di 24 mesi. Una delle condizioni richieste, però, per poter ottenere il finanziamento, è l’impossibilità di distribuire i dividendi societari per i 12 mesi successivi all'ottenimento del prestito. Inoltre, la liquidità ottenuta dovrà essere destinata al sostegno delle attività produttive localizzate in Italia.
In merito alla piccole e medie imprese, poi, è stato aumentato lo stanziamento finanziario del Fondo di Garanzia per le PMI in modo che possano ottenere liquidità immediata anche le aziende che abbiano fino a 499 dipendenti e i professionisti.
Per loro sono stati stanziati, come detto, 30 miliardi di euro: la garanzia rilasciata da SACE avverrà in maniera gratuita, ma a condizione che PMI e professionisti abbiano sfruttato totalmente le garanzie concesse dal Fondo Centrale di Garanzia.
Le PMI potranno ottenere, poi, prestiti automatici fino a 25 mila euro, ovvero senza la necessità di ricevere la preventiva valutazione del Fondo di Garanzia per le PMI a fronte della garanzia del 100% del finanziamento da parte di SACE
Infine, i restanti 200 miliardi destinati all’internazionalizzazione saranno distribuiti alle imprese attraverso un “sistema di coassicurazione in base al quale gli impegni derivanti dall'attività assicurativa di SACE sono assunti dallo Stato per il 90% e dalla stessa società per il restante 10%”.
Misure fiscali e contabili
Con il “Decreto liquidità” è stata rimessa mano anche alle proroghe delle scadenze degli adempimenti fiscali, tributari e contributivi già previsti dal precedente Decreto “Cura Italia”.
Nello specifico, sono stati sospesi i versamenti di Iva, delle ritenute e dei contributi anche per i mesi di aprile e maggio. I pagamenti riprenderanno, almeno in base a quanto per ora previsto, a giugno e si potrà effettuare i versamenti attraverso la rateizzazione in 5 rate.
La sospensione è usufruibile da:
· soggetti passivi che hanno registrato un calo del fatturato di almeno il 33% per ricavi/compensi sotto i 50 milioni di euro;
· soggetti passivi che hanno registrato un calo del fatturato di almeno il 50% per ricavi/compensi sopra i 50 milioni di euro;
· soggetti passivi che hanno iniziato l’attività a partire dal 1° aprile 2019;
· ai residenti delle 5 province più colpite dal Coronavirus (Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi, Piacenza) che hanno registrato un calo del fatturato di almeno il 33% a prescindere dalla soglia di fatturato dei 50 milioni.
Oltre a tali proroghe, nel decreto sono state introdotte le ulteriori misure:
· I versamenti in scadenza il 20 marzo scorso possono essere effettuati entro il prossimo 16 aprile
· La Certificazione Unica potrà essere inviata entro il 30 aprile;
· Il credito d’imposta pari al 50% per le spese di sanificazione degli ambienti di lavoro viene esteso anche per l’acquisto di dispositivi di protezione individuale, mascherine e occhiali.
Crisi d’impresa e dell’insolvenza
Altro effetto dell’emergenza Covid-19 è lo slittamento al 1° settembre 2021 dell’entrata in vigore del nuovo Codice della crisi e dell’insolvenza d’impresa, previsto per il 15 agosto 2020.
Inoltre, sono state inserite misure specifiche per:
- sottrarre le imprese all'apertura del fallimento e alle altre procedure fondate sullo stato di insolvenza, sino a quando durerà l’emergenza;
- sterilizzare il periodo dell’emergenza ai fini del calcolo delle azioni a tutela dei creditori (quindi quando il periodo emergenziale sarà passato, i creditori potranno se del caso proporre le azioni revocatorie).
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